Constructed realities: Life Beyond Borders - Sin-ying Cassandra Ho
Nilufar Gallery è orgogliosa di presentare ‘Constructed Realities: Life Beyond Borders’, la mostra personale dell’artista ceramista e designer Sin-ying (Cassandra) Ho, allestita all’interno dello spazio di Via della Spiga.
“Viaggiare ed incontrare nuove culture è sempre stato un elemento identificativo ed arricchente del mio lavoro.
Le espressioni raffinate, singolari e curiose di tale incontro che si trovano nel lavoro di Ho sono uniche nel loro genere e sono la ragione per cui sono stata immediatamente attratta dalla sua pratica. Mi è sembrato quindi importante presentare la sua visione all’hub internazionale di Milano” dichiara Yashar. Ho si identifica come una sapien globale, avendo vissuto in città multiculturali come New York, Toronto ed Hong Kong (dove affonda le sue radici), e lavorando nel suo studio di Jingdezhen. Il suo background, accompagnato da un forte senso del patrimonio e dell’identità cinese, ha guidato la sua pratica artistica verso espressioni ceramiche che coniugano tutte queste diverse influenze in una narrativa coesa e bilanciata. Il lavoro di Ho usa le tensioni e le giustapposizioni tra esperienze di vita reale e osservazioni culturali, selezionando elementi europei e cinesi, iconici motivi decorativi ed immagini, visti sia da una prospettiva storica che contemporanea e costruendo simboli di narrative interculturali. Ho trae anche ispirazione dalla storia della Via della Seta (via terra e via mare) e dalla sua influenza sugli scambi culturali. L’artista descrive le sue esperienze di vita come “il suo viaggio personale lungo la Via della Seta”.
Nella sua ceramica, gli stili e le forme di Ho derivano dalla storia antica di molte culture, tra cui quella europea (greca, italiana, celtica, francese, tedesca), cinese, islamica, romana e dei Maya. Ispirandosi alle definizioni teoriche degli elementi strutturali del vaso, chiamati labbra, collo, spalla, pancia e piede, Ho sceglie le forme dei suoi lavori in base al modo in cui queste si relazionano con il corpo umano. La sua tecnica “taglia e incolla” crea silhouette riconoscibili ed al contempo estranee, con simboli provenienti dall’Oriente e dall’Occidente che vengono dipinti a mano, disegnati digitalmente e poi trasferiti sulla superficie smaltata. Questo mix tra digitale e analogico, insieme alla frammentazione del suo lavoro, produce una distorsione visiva che crea una dimensionalità mutevole che evoca il cubismo in un’era postmoderna.
Queste molteplici forme unite insieme rappresentano il suo viaggio personale, decostruito e ricostruito, dall’Oriente all’Occidente e dall’Occidente all’Oriente, oltre a narrative di cambiamenti sociali e globali provocati dal globalismo, dalla tecnologia e dall’era digitale. Nella sua serie ‘Garden of Eden’, Ho sfida i propri confini fisici per creare un insieme di contenitori monumentali, alti circa due metri. La forma di queste opere d’arte si ispira nuovamente alla silhouette del corpo umano, richiamando le opere rinascimentali Il Giardino dell’Eden e Adamo ed Evacome composizione principale, circondata da una decorazione sottosmalto color cobalto dipinta a mano con centinaia di fiori e abbinata ad immagini digitali stampate a trasferimento. La natura umana e le sue caratteristiche universali, quali l’avidità ed altri desideri materialistici, l’impatto del marketing, le speranze e le trasformazioni tecnologiche, sono intrinseche al concetto di questi contenitori architettonici posizionati in un giardino, evocando così gli scontri della globalizzazione del XXI secolo.
Date: 6 ottobre 2022
Press Preview: 5 ottobre ore 16.00—19.00
“Viaggiare ed incontrare nuove culture è sempre stato un elemento identificativo ed arricchente del mio lavoro.
Le espressioni raffinate, singolari e curiose di tale incontro che si trovano nel lavoro di Ho sono uniche nel loro genere e sono la ragione per cui sono stata immediatamente attratta dalla sua pratica. Mi è sembrato quindi importante presentare la sua visione all’hub internazionale di Milano” dichiara Yashar. Ho si identifica come una sapien globale, avendo vissuto in città multiculturali come New York, Toronto ed Hong Kong (dove affonda le sue radici), e lavorando nel suo studio di Jingdezhen. Il suo background, accompagnato da un forte senso del patrimonio e dell’identità cinese, ha guidato la sua pratica artistica verso espressioni ceramiche che coniugano tutte queste diverse influenze in una narrativa coesa e bilanciata. Il lavoro di Ho usa le tensioni e le giustapposizioni tra esperienze di vita reale e osservazioni culturali, selezionando elementi europei e cinesi, iconici motivi decorativi ed immagini, visti sia da una prospettiva storica che contemporanea e costruendo simboli di narrative interculturali. Ho trae anche ispirazione dalla storia della Via della Seta (via terra e via mare) e dalla sua influenza sugli scambi culturali. L’artista descrive le sue esperienze di vita come “il suo viaggio personale lungo la Via della Seta”.
Nella sua ceramica, gli stili e le forme di Ho derivano dalla storia antica di molte culture, tra cui quella europea (greca, italiana, celtica, francese, tedesca), cinese, islamica, romana e dei Maya. Ispirandosi alle definizioni teoriche degli elementi strutturali del vaso, chiamati labbra, collo, spalla, pancia e piede, Ho sceglie le forme dei suoi lavori in base al modo in cui queste si relazionano con il corpo umano. La sua tecnica “taglia e incolla” crea silhouette riconoscibili ed al contempo estranee, con simboli provenienti dall’Oriente e dall’Occidente che vengono dipinti a mano, disegnati digitalmente e poi trasferiti sulla superficie smaltata. Questo mix tra digitale e analogico, insieme alla frammentazione del suo lavoro, produce una distorsione visiva che crea una dimensionalità mutevole che evoca il cubismo in un’era postmoderna.
Queste molteplici forme unite insieme rappresentano il suo viaggio personale, decostruito e ricostruito, dall’Oriente all’Occidente e dall’Occidente all’Oriente, oltre a narrative di cambiamenti sociali e globali provocati dal globalismo, dalla tecnologia e dall’era digitale. Nella sua serie ‘Garden of Eden’, Ho sfida i propri confini fisici per creare un insieme di contenitori monumentali, alti circa due metri. La forma di queste opere d’arte si ispira nuovamente alla silhouette del corpo umano, richiamando le opere rinascimentali Il Giardino dell’Eden e Adamo ed Evacome composizione principale, circondata da una decorazione sottosmalto color cobalto dipinta a mano con centinaia di fiori e abbinata ad immagini digitali stampate a trasferimento. La natura umana e le sue caratteristiche universali, quali l’avidità ed altri desideri materialistici, l’impatto del marketing, le speranze e le trasformazioni tecnologiche, sono intrinseche al concetto di questi contenitori architettonici posizionati in un giardino, evocando così gli scontri della globalizzazione del XXI secolo.
Date: 6 ottobre 2022
Press Preview: 5 ottobre ore 16.00—19.00