FAR 2019
FAR curatela di Valentina Ciuffi / Studio Vedèt.
Progetto della mostra di Joseph Grima / Space Caviar
FAR è un'entità parassita: un esperimento di design pronto a infiltrarsi a Nilufar Gallery. Basandosi su un progetto pilota fondamentale avviato nel 2018, FAR ha avvolto il vuoto cavernoso di Nilufar Depot nell'aprile 2019, sovvertendo in modo dirompente l'ordine stabilito dei programmi della galleria.
FAR è un viaggio in una galassia di designer emergenti. Abbraccia il lavoro di individui che spesso operano come collettivi formando, dissolvendo, raggruppando e separando in modo fluido e con un finale aperto. È un collettivo temporaneo di collettivi, per così dire, che cattura un'istantanea di una nuova generazione, facendo eco in modo subliminale agli esperimenti radicali di una generazione precedente che ha inteso il design come un linguaggio capace di trascendere la logica di base del consumo per operare, invece, sul piano del pensiero politico.
Nell'universo misterioso e un po' sconcertante di FAR convergono progetti che condividono un'ossessione per membrane, film, rivestimenti ed epidermidi, o con forme sviluppate attraverso processi di stratificazione - quasi geologica - il cui scopo è volutamente lasciato scoperto, manifesto. Che stiano ridisegnando e stampando oggetti di uso quotidiano in polimeri 3D vellutati, o ripensando alla materialità della pelle partendo dal silicone e dai lacci delle scarpe, o spingendo all'estremo le tecniche di verniciatura della carrozzeria, gli esperimenti di questi designer sfidano apertamente la nozione di funzione, concentrandosi invece ostinatamente sull'utilizzo di materiali e tecniche che spesso non sono mai stati provati prima per dare vita ad una nuova generazione di esseri palpitanti, amorfi, capaci di significare e comunicare in modo molto diretto e viscerale.
Figure dal fascino inquietante e disordinato seminano dubbi sul significato dell'abitare contemporaneo, e parlano del futuro con la nostalgia dei sovvertimenti del passato. Le forme di consapevolezza giovani e contraddittorie che rappresentano sono alcuni dei luoghi più fertili da sondare per mappare possibili direzioni future per il design. In risposta a questa preoccupazione per il tema del wrapping che accomuna molte delle opere in mostra, l'allestimento della mostra rivisita e rende omaggio ad alcune delle più radicali sperimentazioni del Novecento sullo stesso tema in campo architettonico, dialogando con la prospettiva progettuale di una nuova generazione, e stabilendo un rapporto di tensione e infiltrazione con lo spazio esistente.
I designer che partecipano a FAR 2019 sono: Odd Matter, Michael Schoner, Audrey Large, Alberto Vitelio, Thomas Ballouhey, Johan Viladrich, Julien Manaira, Linde Freya, Bram Vanderbeke e Wendy Andreu.
Progetto della mostra di Joseph Grima / Space Caviar
FAR è un'entità parassita: un esperimento di design pronto a infiltrarsi a Nilufar Gallery. Basandosi su un progetto pilota fondamentale avviato nel 2018, FAR ha avvolto il vuoto cavernoso di Nilufar Depot nell'aprile 2019, sovvertendo in modo dirompente l'ordine stabilito dei programmi della galleria.
FAR è un viaggio in una galassia di designer emergenti. Abbraccia il lavoro di individui che spesso operano come collettivi formando, dissolvendo, raggruppando e separando in modo fluido e con un finale aperto. È un collettivo temporaneo di collettivi, per così dire, che cattura un'istantanea di una nuova generazione, facendo eco in modo subliminale agli esperimenti radicali di una generazione precedente che ha inteso il design come un linguaggio capace di trascendere la logica di base del consumo per operare, invece, sul piano del pensiero politico.
Nell'universo misterioso e un po' sconcertante di FAR convergono progetti che condividono un'ossessione per membrane, film, rivestimenti ed epidermidi, o con forme sviluppate attraverso processi di stratificazione - quasi geologica - il cui scopo è volutamente lasciato scoperto, manifesto. Che stiano ridisegnando e stampando oggetti di uso quotidiano in polimeri 3D vellutati, o ripensando alla materialità della pelle partendo dal silicone e dai lacci delle scarpe, o spingendo all'estremo le tecniche di verniciatura della carrozzeria, gli esperimenti di questi designer sfidano apertamente la nozione di funzione, concentrandosi invece ostinatamente sull'utilizzo di materiali e tecniche che spesso non sono mai stati provati prima per dare vita ad una nuova generazione di esseri palpitanti, amorfi, capaci di significare e comunicare in modo molto diretto e viscerale.
Figure dal fascino inquietante e disordinato seminano dubbi sul significato dell'abitare contemporaneo, e parlano del futuro con la nostalgia dei sovvertimenti del passato. Le forme di consapevolezza giovani e contraddittorie che rappresentano sono alcuni dei luoghi più fertili da sondare per mappare possibili direzioni future per il design. In risposta a questa preoccupazione per il tema del wrapping che accomuna molte delle opere in mostra, l'allestimento della mostra rivisita e rende omaggio ad alcune delle più radicali sperimentazioni del Novecento sullo stesso tema in campo architettonico, dialogando con la prospettiva progettuale di una nuova generazione, e stabilendo un rapporto di tensione e infiltrazione con lo spazio esistente.
I designer che partecipano a FAR 2019 sono: Odd Matter, Michael Schoner, Audrey Large, Alberto Vitelio, Thomas Ballouhey, Johan Viladrich, Julien Manaira, Linde Freya, Bram Vanderbeke e Wendy Andreu.